L'Angelo Gabriele

Gabriele, ll Messaggero dell'Amore


Gabriele è l’Angelo della tenerezza, grazia, compassione, amore. È il capo tutelare delle festività del Solstizio d’Inverno, di quelle che non si vedono con gli occhi della carne di come quelle visibili a chiunque; e come gli inni di Natale echeggiano attraverso le alte navate delle cattedrali, appare il lampo delle ali che sono le formazioni auriche dei suoi messaggeri angelici.

In quest’epoca nella quale il pianeta è illuminato del Potere del Cristo, Gabriele usa questo Potere per purificare, elevare e spiritualizzare le anime umane che sono a suo carico.

Il Potere di cui parliamo – quel Potere primario, creativo, igneo che l’Arcangelo[1] usa nel suo lavoro sia con il Neofita che col Discepolo – è l’Amore. Al Neofita egli porta la lezione dell’espansione della coscienza d’Amore oltre i confini di amico, famiglia e benefattore, per concludere anche il nemico e coloro che cercano di fargli del male; un Amore allargato che comprende ogni razza e credo e culto, un Amore privo di condiscendenza perché basato su una sincera devozione all’Essenza Divina celata all’interno di ogni personalità umana, quantunque imperfetta. Egli impara a dire significativamente che ogni uomo del mondo è suo fratello e tutto il mondo è la sua casa.

Questo amore impersonale non è facile da raggiungere, e il Neofita deve attraversare molte Cerimonie del Solstizio d’Inverno prima che la lezione sia appresa.

Il Discepolo, avendo ottenuto le vaste basi dell’Amore fraterno, è pronto per qualcosa di superiore che, comunque, non può essere conquistato senza le basi di quell’amore fraterno che aveva acquisito nel suo noviziato. Questo aspetto superiore è sviluppare l’Amore come Potere, sotto la tutela di Gabriele. L’Amore non sarà più per lui una mera e transitoria emozione o uno stimolo sensoriale; dev’essere innalzato per diventare – come in realtà è – un Potere dello Spirito. Poiché ad ogni passo in giù nella materia l’Amore perde qualcosa di sé, ma ad ogni passo verso l’alto nello Spirito l’Amore riguadagna se stesso prendendo ali di forza celestiale.

San Paolo nel suo glorioso canto d’amore dichiara: “Queste sono le cose che durano: Fede, Speranza e Amore, ma la più grande di tutte è l’Amore”.

Nella vita del Discepolo, Fede, Speranza e Amore non sono mere astrazioni, ma attributi ben definiti dell’anima o dello Spirito, che si manifestano nella vita illuminata. Quando la Fede è così divenuta, non una mera astrazione che coinvolge l’intelletto, ma Potere realizzabile emanato dallo Spirito, può muovere le montagne come insegnò il Cristo.

Ma prima di possedere questa Fede che è Potere, il Discepolo deve avere conosciuto la realtà spirituale della Speranza. Vi è una profonda verità nella leggenda della scatola di Pandora nella quale, una volta estratti tutti i vizi e tutte le virtù, ancora una cosa rimase: la Speranza. La Speranza è la prima delle qualità mentali ad essere trasmutata in potere animico utile – Speranza, che è la voce dei ministri angelici dell’anima, Speranza, che trasforma l’anima e la mette sul sentiero che porta al Cielo. Speranza, che cambia le condizioni più discordanti e fa della vita un’esperienza nuova e gioiosa, perché conduce direttamente alla casa dell’Amore dove il Potere del Cristo conferisce al Discepolo per la prima volta il dominio dell’Iniziato; essendo l’Iniziazione nient’altro che un termine descrittivo dei poteri posseduti da chi si è Cristizzato.

“Queste sono le cose che durano: fede, Speranza e Amore, ma la più grande di tutte è l’Amore”. Questo è il mantra per la meditazione dell’Anima sulla Bianca Notte.

 

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[1] Gabriele appartiene in realtà all’onda di vita degli Angeli. In tutte le tradizioni viene comunque accomunato agli Arcangeli grazie alla sua statura spirituale e all’importanza conseguente della sua missione.