Lettura domenicale nel Servizio del Tempio


 

Domenica 7 Aprile 2024

Lettera agli Studenti n.32

Il Corpo Vitale di Gesù

La lezione del mese scorso[1] conteneva numerosi insegnamenti che fino ad oggi non erano ancora stati dati al pubblico. Ma altri misteri riguardanti la portata e i limiti dei poteri spirituali vi sono ugualmente evocati nella conversazione tra Faust e Lucifero. Ciò è in rapporto alla preservazione del corpo vitale di Gesù.

Quando Lucifero chiede a Faust di fare scomparire la stella a cinque punte che gli sbarra la strada, riceve la risposta: "Perché non uscire dalla finestra?"

Le persone che studiano la filosofia occulta si fanno spesso una idea esagerata dei poteri di cui dispone colui che ha sviluppato la vista spirituale. Le ricerche sul piano occulto, infatti, sono limitate dalle leggi naturali che governano i mondi invisibili, come le esperienze di fisica, nel nostro mondo materiale, devono confermarsi alle leggi di tale scienza.

In vista di conservare un certo grado di equilibrio, capita spesso che le leggi di un certo piano siano esattamente contrarie a quelle di un altro. Qui, nel mondo fisico, le forme dense sono attirate verso il centro del globo dalla forza di gravità. Se la pesantezza del nostro corpo fisico non ce lo impedisse, potremmo attendere il Cristo senza fatica. Occorre una certa energia per sollevare da terra, anche solo di qualche centimetro, un corpo fisico, mentre le forme spirituali hanno una tendenza naturale alla levitazione. Di conseguenza, un adepto della magia nera, servendosi della forza sessuale sottratta alle sue vittime, può arrivare con una certa facilità fino al pianeta Marte. Naturalmente egli è attirato dal pianeta della passionalità e siccome l'aura di Marte si mescola a quella della Terra, simile impresa non è molto difficile. Ma gli è impossibile attraversare anche soltanto il primo dei nove strati terrestri che conducono al Signore dell'Amore, lo Spirito della nostra Terra. Simile penetrazione rappresenta il Sentiero dell'Iniziazione che richiede il potere animico, la purezza e l'oblio di se stesso per raggiungere il Cristo, ed è questa la ragione per la quale solo poche persone sono capaci di informarci circa la costituzione interna della Terra.

Noi non vediamo gli oggetti materiali all'esterno dei nostri occhi: essi si riflettono sulla retina e noi vediamo la loro immagine all'interno del nostro organo visivo. Poiché la luce è l'agente di questo riflesso, gli oggetti che resistono al passaggio della luce appaiono opachi mentre altri, come il vetro, sembrano chiari per il fatto che si lasciano attraversare dai raggi luminosi. Quando ci si serve della vista spirituale, all'interno del corpo si forma una luce di intensità superiore, fra le ghiandole pituitaria e pineale. Essa è focalizzata attraverso la pupilla dell'occhio, direttamente sull'oggetto da esaminare. Il potere del raggio diretto è completamente diverso da quello del raggio fisico riflesso. Esso penetra senza difficoltà un muro, ma nessuno spirito del Mondo del Desiderio può vedere attraverso il vetro. Né Lucifero, né alcun altro spirito del male osa pure attraversare un oggetto qualsiasi formato di questa materia, nemmeno un vetro sottilissimo.

Conoscendo questa particolarità, i nostri Fratelli Maggiori hanno posto il corpo vitale di Gesù in un sarcofago di vetro, per proteggerlo dagli sguardi dei curiosi e dei profani. Questo sarcofago è conservato in una caverna, a grande profondità, dove nessuno che non sia Iniziato può penetrare. Tuttavia, per maggiore precauzione, esso è continuamente vigilato: infatti, se questo veicolo dovesse andare distrutto, andrebbe persa la sola strada d'uscita del Cristo, ed Egli dovrebbe rimanere prigioniero fino a che la Notte Cosmica non abbia disintegrato i suoi elementi e questi siano tornati al Caos.

Se ciò avvenisse, la missione del Cristo, quale Salvatore, sarebbe fallita; le sue sofferenze sarebbero grandemente prolungate e la nostra evoluzione sarebbe enormemente ritardata.

Lavoriamo, vegliamo e preghiamo in vista del felice giorno della Sua liberazione.

 



[1] "I Misteri delle Grandi Opere" - Capitolo IV

(Max Heindel)