Uno dei principali punti della lezione di questo mese[1], punto generalmente mal compreso, riguarda il ritorno del Cristo e il veicolo del quale si servirà. L'insegnamento che la Bibbia ci dà al riguardo è in pieno accordo con la Saggezza Occidentale dei Rosacroce. Esso differisce radicalmente dalle idee correnti al riguardo, sia presso la maggior parte dei Cristiani, sia presso coloro che, inconsciamente o no, predicano dei falsi Cristi, che inducono in errore gli ingenui. È quindi assai importante che gli studenti della Scuola Occidentale dei Misteri comprendano a fondo la questione: riassumeremo perciò brevemente i principali insegnamenti al riguardo, traendoli dalla Cosmogonia e da altri lavori.
Il Cristo è il più elevato Iniziato del Periodo del Sole, nel corso del quale la Terra era formata da materia-desiderio. Il veicolo inferiore di cui Egli si serviva era formato di tale sostanza.
Non è possibile costruire alcun veicolo in una sostanza che non si sia prima imparato a modellare, e questo è il motivo per cui lo Spirito del Cristo ha dapprima lavorato con la nostra umanità dall'esterno, come fanno gli Spiriti-Gruppo con gli animali che sono sotto la loro protezione, fino al momento in cui Gesù gli ha ceduto il suo corpo denso e il suo corpo vitale. Il Cristo ne ha preso allora possesso ed ha esercitato fisicamente il suo ministero fra gli uomini fino al momento della distruzione del suo corpo fisico, sul Calvario, quando è diventato lo Spirito interiore della Terra. Da quel momento il corpo vitale di Gesù fu messo da parte per attendere la seconda venuta del Cristo.
Il Cristo ha ammonito i suoi seguaci contro i suoi imitatori; ci si può quindi chiedere come saper distinguere, all'occorrenza, il vero dal falso. S. Paolo, però, ci ha dato delle istruzioni così precise che basta tenerle a mente per essere completamente al riparo da errori.
Egli dice infatti che "la carne e il sangue non possono ereditare il Regno dei Cieli"[2] e insiste sul fatto che il nostro corpo sarà cambiato in rassomiglianza del veicolo del Cristo[3]. Analoga testimonianza abbiamo in S. Giovanni[4].
È dunque evidente che chiunque si proclami Cristo presentandosi in un corpo fisico ha senza dubbio perso la ragione e deve essere oggetto di compassione, salvo che non si tratti di un impostore, il quale merita allora il disprezzo e la riprovazione.
E nemmeno ci si lascia nell'incertezza relativamente alla natura del veicolo nel quale incontreremo il Cristo per essere simili a Lui. Nella prima Epistola ai Tessalonicesi[5] è detto che andremo incontro al Signore nell'aria, e sarà quindi necessario possedere un veicolo più leggero dell'attuale corpo fisico. Questa trasformazione richiederà delle epoche, almeno per quanto riguarda l'umanità comune.
Nella stessa Epistola[6], S. Paolo dichiara che l'essere umano completo si compone di anima, spirito e corpo. Quando abbandoneremo definitivamente il nostro corpo fisico, come ha detto il Cristo, funzioneremo in un corpo chiamato "Soma psuchicon" - corpo-anima - citato nella prima Epistola ai Corinzi[7], che non è altro che il corpo vitale della nostra filosofia. È un veicolo formato di etere, capace di levitare e della stessa natura del veicolo utilizzato dal Cristo dopo la sua crocifissione. Questo veicolo non è soggetto alla morte nello stesso senso del nostro corpo fisico e finisce per trasformarsi in Spirito, come indica la nostra letteratura, e come richiede il cap. 15 della Prima Epistola ai Corinzi.
Gli Insegnamenti della Saggezza Occidentale sono perciò in completo accordo con la Bibbia dichiarando categoricamente che il Cristo non ritornerà mai in un corpo di carne, il che equivarrebbe ad una degenerazione.
Come il bruco rompe il bozzolo nel quale è racchiuso e si trasforma in una splendida farfalla che va di fiore in fiore, così noi abbandoneremo queste spoglie mortali che ci tengono legati alla terra e che ci opprimono. Fenderemo l'aria, anime viventi, in una gloria radiosa, volando e incontrando il nostro Salvatore nel mondo delle anime, il Nuovo Cielo e la Nuova Terra. Questo è uno dei punti dottrinali della Scuola Rosacrociana e contiamo che i nostri studenti faranno del loro meglio per assimilarlo, onde poter dare una ragione alla loro fede.
[1] "I Misteri delle Grandi Opere" - CapitoloIII
[2] 1a Epistola ai Corinzi, 15:50
[3] Filippesi, 3:21
[4] Prima Epistola, 3:2
[5] Epistola ai Tessalonicesi, 4:17
[6] (idem), 5:23
[7] 1a Epistola ai Corinzi, 15:44
(Max Heindel)