Servizio del Solstizio d'Inverno


Il Servizio del Solstizio d’Inverno

 

 

·       Si canta l’INNO DI APERTURA

·       Si scopre l’emblema e si spengono le luci, tranne quella che illumina l’emblema e quella che serve per la lettura

·       L’officiante legge ad alta voce il seguente servizio, iniziando con il saluto rosacrociano:

 

Care sorelle e cari fratelli, che le rose fioriscano sulla vostra croce!

(I presenti rispondono:)  E sulla tua pure!

 

Ci troviamo ora nel solstizio d’inverno, l’epoca nella quale la luce del Sole è gradualmente quasi scomparsa, mentre il nostro emisfero è freddo e triste. Ma nella notte più lunga e buia il Sole, nel suo cammino, gira verso l’alto: la Luce del Cristo è nata un’altra volta sulla Terra e tutto il mondo giubila. L’onda di luce e di vita spirituale che sarà la base della crescita e del progresso del prossimo anno, è tornata alla sua massima altezza e forza.

In questo momento la Terra è più vicina al Sole: nell’emisfero nord i raggi spirituali arrivano sulla sua superficie ad angolo retto, incrementando la spiritualità, mentre le attività fisiche sono limitate a causa dell’angolo obliquo con cui i raggi solari fisici colpiscono la superficie del nostro pianeta.

È molto importante che lo studente esoterico sia consapevole delle condizioni particolarmente favorevoli prevalenti a Natale, in modo da poter rivolgere tutte le sue energie all’impegno spirituale e coprire così, meglio che in qualsiasi altro momento, una maggiore distanza con minori sforzi.

L’apostolo ci diede una meravigliosa definizione dicendo che “Dio è Luce”, e pertanto la luce è stata usata per illustrare la natura della Divinità negli Insegnamenti Rosacrociani, specie nel mistero della Trinità nell’Unità. Nelle scritture di tutte le epoche si afferma chiaramente che Dio è uno e indivisibile; nel medesimo tempo scopriamo che, come la luce bianca si rifrange nei tre colori primari rosso, giallo e azzurro, così Dio, durante la manifestazione, appare sotto triplice aspetto per l’esercizio delle tre funzioni divine di creazione, conservazione e dissoluzione.

Quando Dio esercita l’attributo della creazione appare come Jehovah, lo Spirito Santo; è allora il Signore della Legge e della generazione, che proietta la fecondità solare indirettamente, attraverso i satelliti lunari di tutti i pianeti, perché è necessario provvedere dei corpi agli esseri che vi evolvono.

Quando Dio esercita l’attributo della conservazione, col proposito di tenere in vita i corpi generati da Jehovah sotto le Leggi di Natura, Egli appare come il Redentore, il Cristo, e irradia i principi di amore e di rigenerazione direttamente attraverso i pianeti, perché le creature di Jehovah richiedono questo aiuto per liberarsi dalle maglie della mortalità e dell’egoismo e raggiungere, con l’altruismo, la vita eterna.

Quando Dio esercita l’attributo della dissoluzione, appare come il Padre, che ci richiama al focolare celeste per assimilare i frutti dell’esperienza e della crescita animica da noi immagazzinati durante il giorno di manifestazione. Questo Solvente Naturale, il raggio del Padre, emana allora dall’Invisibile Sole Spirituale.

Questi divini processi di creazione e di nascita, di conservazione e di vita, di dissoluzione o morte e di ritorno presso l’Amore del nostro essere, li vediamo ovunque e li riconosciamo come attività del Dio trino in manifestazione. Ci siamo infatti resi in qualche modo conto che nel mondo spirituale non esistono avvenimenti definitivi, né condizioni statiche, per cui il principio e la fine di tutte le età è presente in eterno qui ed ora?

Dal seno del Padre parte l’eterna irradiazione del seme di tutte le cose e degli avvenimenti insiti nei domini del tempo e dello spazio. Così gradualmente si cristallizza e diviene inerte, divenendo necessaria la dissoluzione per fare posto ad altre cose ed altri avvenimenti. Non si può sfuggire a questa legge cosmica: essa si applica a tutte le cose e al regno del tempo e dello spazio, compreso il raggio del Cristo. Come il lago, mediante l’evaporazione scende di livello, e riacquista il suo normale volume quando l’acqua vi riaffluisce sotto forma di pioggia, così lo Spirito dell’Amore nasce eternamente dal Padre, giorno per giorno, ora per ora, fluendo eternamente nell’universo solare per redimerci dal regno della materia che ci soggioga con la sua falce mortale. E di onda in onda viene così sospinto verso tutti i pianeti, dando impulso ritmico a tutte le creature che vi evolvono. Nel vero senso letterale è quindi un Cristo neonato che riceviamo con gioia ad ogni solenne vigilia. Così il Natale, lo si comprenda o meno, è per tutta l’umanità l’avvenimento più vitale dell’anno. Non è soltanto la commemorazione della nascita del nostro amato Fratello Maggiore Gesù, ma il rinnovamento di Amore-Vita del nostro Padre Celeste, da Lui inviatoci per far risorgere il mondo dalla morte invernale. Senza questo nuovo influsso di vita e di energia divine la morte fisica sopraggiungerebbe subito e il nostro progresso spirituale sarebbe frustrato secondo le attuali linee di progresso evolutive.

L’Amore Divino fluisce, tuttavia, eternamente, e così come il padre terreno ama i propri figli, allo stesso modo il nostro Padre Celeste ama noi, perché Egli conosce la nostra fragilità e la nostra inferiorità fisica e spirituale. Attendiamo perciò fiduciosamente la nascita mistica del Cristo del nuovo anno, ricaricati di nuova vita e amore. Egli è inviato dal Padre per soccorrere la nostra fame fisica e spirituale che, mediante la Sua annuale offerta d’Amore, non ci colpirà.

Col tempo tutti comprenderanno che Dio è uno Spirito, e che deve essere adorato in spirito e in verità. Non dobbiamo fare alcuna immagine che lo rappresenti, perché Egli non ha alcuna figura che Gli somigli né in cielo né in Terra.

Possiamo vedere i veicoli fisici di Jehovah orbitare come satelliti attorno ai vari pianeti; possiamo vedere anche il Sole, che è il veicolo fisico del Cristo; però il Sole Invisibile, che è il veicolo del Padre e l’origine di tutto, appare soltanto ai più grandi veggenti umani come l’ottava superiore della fotosfera del Sole, un anello di luminosità azzurro-viola dietro il Sole. Ma noi non abbiamo bisogno di vedere; possiamo sentire il Suo Amore, e questo sentimento raggiunge il massimo grado nell’epoca del Natale, quando Egli ci presenta il maggiore di tutti i doni: il Cristo del nuovo anno.

È dal Sole Invisibile che giunge a noi ogni particella di energia fisica, ed è dal Sole spirituale che proviene ogni energia spirituale. Noi ora non possiamo guardare direttamente il Sole: ne rimarremmo accecati. Ma possiamo guardare la luce riflessa del Sole proveniente dalla Luna. Allo stesso modo, l’uomo non può sopportare l’impulso spirituale diretto che viene dal Sole, per cui occorre che gli sia inviato tramite la Luna mediante l’influsso di Jehovah, il Reggente della Luna, come religione di razza. Solo tramite l’iniziazione fu possibile metterci in contatto diretto con l’impulso spirituale del Sole. Un velo pendeva davanti all’entrata del Tempio.

Nella Notte Santa, che chiamiamo il Natale, i sapienti (coloro che erano all’avanguardia dell’umanità), erano soliti introdurre nel tempio chi andava alla ricerca della saggezza e che era, pertanto, qualificato per l’iniziazione. Effettuate alcune cerimonie, i candidati cadevano in trance: in quei tempi l’iniziazione allo stato di veglia non poteva essere concessa. Risvegliata in essi la percezione spirituale, potevano penetrare con la vista la Terra senza tuttavia vederne i dettagli; la Terra diventava per loro trasparente, e vedevano la Stella di mezzanotte.

Più tardi, arrivò l’epoca in cui l’uomo poté acquisire più direttamente l’impulso spirituale, e al tempo in cui lo Spirito del Cristo fu ammesso sulla Terra (quando raggiungemmo un adeguato avanzamento), ci giunse un raggio del Cristo Cosmico che si incarnò nel corpo del nostro Fratello Maggiore Gesù. Lo Spirito del Cristo è, perciò, il primo impulso diretto arrivatoci

Il Sole è stato da tempo immemore adorato exotericamente quale datore di vita, in quanto la moltitudine era incapace di guardare la verità spirituale oltre il simbolo materiale. Tuttavia, oltre a coloro che adoravano l’orbita celeste che vediamo con l’occhio fisico, sempre vi è stata, e vi è tuttora, una piccola , ma crescente minoranza, un sacerdozio consacrato più per rettitudine che per rito, che riconosce le eterne verità spirituali insite in ogni forma temporale ed evanescente, verità espresse con svariate cerimonie, secondo le epoche e i popoli ai quali furono originariamente date. Per queste persone la leggendaria Stella di Betlemme brilla ogni anno come un Sole Mistico di mezzanotte, che penetra nel nostro pianeta durante il solstizio invernale e da allora comincia ad irradiare dal centro del nostro globo Vita, Luce e Amore: i tre attributi divini. Questi raggi di splendore e potere spirituale riempiono il nostro pianeta di luce suprema che avvolge tutti gli esseri ivi viventi, dal più piccolo al più grande, senza mira individuale.

Nell’epoca in cui i giorni sono più corti e le notti più lunghe, in questa Santa Notte di cui abbiamo parlato, quando il Cristo nacque e, come un Sole, illuminò la nostra oscurità, l’influenza spirituale è più intensa e può essere recepita con maggiora facilità. Era questa la grande verità contenuta nella Stella della Notte Santa illuminante la più lunga ed oscura notte dell’anno.

Quando il Cristo venne, alterò le vibrazioni della Terra che da allora è in costante cambiamento. Egli “strappò il velo del Tempio” (instaurò il Santo dei Santi in luogo dell’Iniziazione) aprendone l’accesso per  “le persone di buona volontà”. Da allora non fu più necessario passare attraverso l’iniziazione. Vi è un passo cosciente di avanzamento nel Tempio per chi lo desidera.

Nell’Ordine Rosacroce i nove Ministeri Minori, o Iniziazioni Minori, riguardano solo l’evoluzione umana durante il Periodo Terrestre. Il quinto grado mostra al candidato la fine del Periodo Terrestre, dove un’umanità gloriosa ne raccoglierà i frutti e li porterà con sé nei sette globi nei quali effettua la propria evoluzione.

Dopo aver visto la conclusione del quinto grado il candidato rimane familiarizzato con i progressi che si raggiungeranno durante le restanti tre rivoluzioni e mezzo del Periodo Terrestre; i quattro gradi rimanenti sono dedicati alla sua illuminazione a tale riguardo. Il nono ed ultimo di questi gradi si realizza nei solstizi di estate e di inverno: il candidato, a questo punto, ha ottenuto l’accesso a tutti gli strati della Terra.

Questo è il grande destino che abbiamo davanti a noi. Il Cristo disse ai Suoi discepoli: “Colui che crede in me, le opere che io ho fatto egli pure farà, e anche maggiori”. È un fatto sublime che ciascuno di noi è un Cristo in formazione, e se ci convinciamo che possiamo coltivare il Cristo nel nostro intimo prima di poterlo ricevere esternamente, affretteremo il giorno della nostra illuminazione spirituale. Ciascuno di noi sarà guidato, a tempo debito, dalla Stella del Cristo. Ma, si noti bene: non il Cristo esterno, ma il Cristo Interno.

 

Anche se il Cristo mille volte in Betlemme fosse nato

e non entro di te, l’anima tua sarà perduta.

 

Rimaniamo ora in silenzio e concentriamoci per qualche minuto su:

 

L’AMORE DIVINO e IL SERVIZIO

(Concentrazione di circa 7 minuti).

 

·       Il periodo di concentrazione viene interrotto dalla musica dell’INNO DI CHIUSURA

 

·       Si copre l’emblema e l’officiante pronuncia la seguente ammonizione finale:

 

Ed ora, care sorelle e cari fratelli, nel salutarci per ritornare al mondo materiale, facciamo il fermo proposito di esprimere nella nostra vita quotidiana gli elevati ideali spirituali testé ricevuti, affinché giorno per giorno si diventi sempre più degni servitori come canali coscienti nell’opera benefica dei nostri Fratelli Maggiori, al servizio dell’umanità.