Solo una vecchia porta
dai cardini leggeri
sul muro di un giardino
al crepuscolo, è la morte.
Oltre le foglie verdi
la luce ancora esiste;
Piedi valenti o stanchi
la passano agilmente.
Nulla che turbi i cuori,
o che ferisca alcuno.
Solo una vecchia porta
messa in un vecchio muro,
è la morte.
Elsa Glover
- Caro/a Amico/a
Desideriamo accompagnare questo momento con la seguente lettura, certi che ne trarrai consolazione. Gli Ausiliari Invisibili non abbandonano i loro protetti al momento della morte, anzi, li aiutano in quel passaggio fondamentale per il nuovo cammino che li attende!
L’uomo edifica e semina fino al momento della Morte. E allora il tempo di semina e i periodi di crescita e di maturazione sono finiti. Quando lo scheletrico spettro della Morte si presenta con la sua falce e la clessidra, il tempo di raccogliere è giunto. Questo è un simbolo particolarmente esatto. Lo scheletro simbolizza la parte relativamente permanente del corpo. La falce ricorda che la parte permanente, che sta per essere mietuta dallo spirito, è il frutto della vita che sta per terminare. La clessidra nelle mani della Morte indica che l’ora non può scoccare sino a che tutta la vita non sia trascorsa in armonia con leggi immutabili. Quando arriva quel momento avviene la separazione dei veicoli. Poiché la vita nel mondo fisico è per il momento finita, non occorre più che l’uomo mantenga il suo corpo fisico. Il corpo vitale, che appartiene ugualmente al mondo fisico, si ritira dalla testa e lascia il corpo inanimato.
I veicoli superiori escono dal corpo fisico con un movimento a spirale recando con loro l’anima di un solo atomo fisico. Non l’atomo stesso, ma le forze che agivano per suo mezzo. I risultati delle esperienze vissute nel corpo fisico durante la vita appena finita sono impressi in questo particolare atomo. Mentre tutti gli altri atomi del corpo fisico sono stati continuamente rinnovati, questo atomo permanente ha resistito. È rimasto fisso, non solo attraverso una vita, ma ha preso parte alla formazione di tutti i corpi fisici usati nel corso dell’evoluzione di quel particolare Ego. Esso si ritira alla morte solo per risvegliarsi all’aurora di un’altra vita fisica e per servire ancora come nucleo attorno al quale si costruirà il nuovo corpo fisico che lo stesso Ego userà. Perciò è chiamato atomo-seme. Durante la vita terrena l’atomo-seme sta nel ventricolo sinistro del cuore, vicino all’apice. Al momento della morte esso sale al cervello seguendo il nervo pneumogastrico e abbandona il corpo fisico insieme ai veicoli superiori attraverso le suture fra le ossa parietali ed occipitali del cranio.
Quando i veicoli superiori hanno lasciato il corpo fisico, essi rimangono ancora uniti ad esso mediante un sottile cordone risplendente, argenteo, di forma simile a due 6 rovesciati. Un’estremità è unita al cuore mediante l’atomo-seme, ed è la rottura dell’atomo-seme che fa arrestare il cuore. Il cordone stesso non è strappato fino a che il panorama della vita trascorsa contenuto nel corpo vitale, non sia stato contemplato.
Si deve tuttavia aver cura di non cremare o ferire il corpo almeno fino a quando siano trascorsi tre giorni dalla morte, perché mentre il corpo vitale si trova coi veicoli superiori ed essi sono ancora uniti al corpo fisico per mezzo del cordone argenteo, qualunque autopsia od altra lesione al corpo fisico sarebbe in certo modo risentita dall’uomo.
La cremazione dovrebbe specialmente essere evitata nei tre giorni successivi alla morte, perché essa tende a disintegrare il corpo vitale, che invece deve mantenersi integro finché il panorama della vita passata sia stato inciso nel corpo del desiderio.
Il cordone argenteo si strappa nel punto ove si congiungono i 6; metà rimane col corpo fisico, e l’altra metà coi veicoli superiori. Dal momento in cui il cordone si strappa, il corpo denso è completamente morto.
Quando nel cuore si rompe il cordone argenteo, e l’uomo si libera dal corpo fisico, giunge per l’Ego un momento della massima importanza, e non si insisterà mai troppo energicamente presso i parenti di chi sta per morire sul fatto che è colpa grave verso l’anima che si diparte il prorompere in rumorose espressioni di dolore, perché proprio allora e durante i tre giorni seguenti l’anima è impegnata in una questione di suprema importanza, e parte considerevole del valore della vita trascorsa dipende dall’attenzione che l’anima può dedicarvi.
Un atto assai colpevole verso il morente è, inoltre, quello di somministrargli stimolanti che abbiano per effetto di obbligare i veicoli superiori a rientrare nel corpo denso, con una scossa che produce nell’uomo un penoso shock. Il trapasso non dà sofferenza, ma la dà l’essere trascinato indietro per sopportare nuovi dolori. Alcuni trapassati hanno detto agli investigatori che in tal modo essi erano stati trattenuti in vita per delle ore, ed avrebbero voluto che i parenti avessero rinunciato alla loro malintesa sollecitudine, e li avessero lasciati morire in pace.
La vista del panorama della vita trascorsa dura per poche ore o per parecchi giorni, a seconda della lunghezza del tempo in cui l’uomo può, se necessario, rimanere desto. Alcuni possono rimanere desti solo 12 ore o meno, altri possono durare nella veglia per un certo numero di giorni, ma per tutta la durata della veglia dura anche questo panorama. Questa fase della vita dopo la morte è analoga a quanto accade allorché un uomo annega o cade da una certa altezza. In tali casi, anche il corpo vitale abbandona il corpo fisico, e la vita trascorsa si presenta all’uomo in un lampo, perché egli perde immediatamente conoscenza. Il cordone argenteo, naturalmente, non si rompe, poiché allora non potrebbe esservi ritorno in vita.
Quando la resistenza del corpo vitale ha raggiunto l’estremo limite, avviene il collasso. Durante la vita fisica, finché l’Ego controlla i suoi veicoli, questo collasso mette fine alle ore di veglia; dopo la morte il collasso del corpo vitale mette fine al panorama e obbliga l’uomo a ritirarsi nel mondo del desiderio. Il cordone argenteo si spezza dove i 6 si congiungono, e la separazione dei corpi avviene come durante il sonno, con la importante differenza che, sebbene il corpo vitale ritorni al corpo fisico, non lo interpenetra più, ma ondeggia al di sopra di esso. Rimane poi fluttuante sopra la tomba, disintegrandosi sincronicamente al veicolo denso. Così, per l’esperto chiaroveggente, un cimitero è vista nauseante, e se un maggior numero di persone potesse vedere come lui, ben poco ci vorrebbe a persuaderle di cambiare l’attuale anti-igienico modo di seppellire i morti, adottando il metodo più razionale della cremazione, che ristabilisce gli elementi nella loro condizione originaria, senza i ripugnanti particolari che caratterizzano il processo di lento disfacimento.
(Tratto da “La Cosmogonia dei Rosa-Croce” - di Max Heindel)