Analisi della Genesi

Giacobbe (II)


Capitolo XXXI

Fuga di Giacobbe.

 

1 . Ma Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: «Giacobbe si è preso quanto era di nostro padre e con quanto era di nostro padre si è fatta tutta questa fortuna».  2 . Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non era più verso di lui come prima.  3 . Il Signore disse a Giacobbe: «Torna al paese dei tuoi padri, nella tua patria e io sarò con te».  4 . Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in campagna presso il suo gregge  5 . e disse loro: «Io mi accorgo dal volto di vostro padre che egli verso di me non è più come prima; eppure il Dio di mio padre è stato con me.  6 . Voi stesse sapete che io ho servito vostro padre con tutte le forze,  7 . mentre vostro padre si è beffato di me e ha cambiato dieci volte il mio salario; ma Dio non gli ha permesso di farmi del male.  8 . Se egli diceva: Le bestie punteggiate saranno il tuo salario, tutto il gregge figliava bestie punteggiate; se diceva: Le bestie striate saranno il tuo salario, allora tutto il gregge figliava bestie striate.  9 . Così Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l'ha dato a me.  10 . Una volta, quando il piccolo bestiame va in calore, io in sogno alzai gli occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano striati, punteggiati e chiazzati.  11 . L'angelo di Dio mi disse in sogno: Giacobbe! Risposi: Eccomi.  12 . Riprese: Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto quanto Làbano ti fa.  13 . Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai fatto un voto. Ora alzati, parti da questo paese e torna nella tua patria!».  14 . Rachele e Lia gli risposero: «Abbiamo forse ancora una parte o una eredità nella casa di nostro padre?  15 . Non siamo forse tenute in conto di straniere da parte sua, dal momento che ci ha vendute e si è anche mangiato il nostro danaro?  16 . Tutta la ricchezza che Dio ha sottratto a nostro padre è nostra e dei nostri figli. Ora fà pure quanto Dio ti ha detto».

 17 . Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e le mogli sui cammelli  18 . e condusse via tutto il bestiame e tutti gli averi che si era acquistati, il bestiame che si era acquistato in Paddan-Aram, per ritornare da Isacco, suo padre, nel paese di Canaan.  19 . Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che appartenevano al padre [1].  20 . Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano l'Arameo, non avvertendolo che stava per fuggire;  21 . così potè andarsene con tutti i suoi averi. Si alzò dunque, passò il fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad.

 
Làbano insegue Giacobbe.

 

 22 . Al terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito.  23 . Allora egli prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per sette giorni [2] di cammino e lo raggiunse sulle montagne di Gàlaad.  24 . Ma Dio venne da Làbano l'Arameo in un sogno notturno e gli disse: «Bada di non dir niente a Giacobbe, proprio nulla!».  25 . Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe; ora Giacobbe aveva piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i parenti sulle montagne di Gàlaad.  26 . Disse allora Làbano a Giacobbe: «Che hai fatto? Hai eluso la mia attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di guerra!  27 . Perché sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai avvertito? Io ti avrei congedato con festa e con canti, a suon di timpani e di cetre!  28 . E non mi hai permesso di baciare i miei figli e le mie figlie! Certo hai agito in modo insensato.  29 . Sarebbe in mio potere di farti del male, ma il Dio di tuo padre mi ha parlato la notte scorsa: Bada di non dir niente a Giacobbe, né in bene né in male!  30 . Certo, sei partito perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo padre; ma perché mi hai rubato i miei dei?[3]».  31 . Giacobbe rispose a Làbano e disse: «Perché avevo paura e pensavo che mi avresti tolto con la forza le tue figlie.  32 . Ma quanto a colui presso il quale tu troverai i tuoi dei, non resterà in vita! Alla presenza dei nostri parenti riscontra quanto vi può essere di tuo presso di me e prendilo». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati Rachele.  33 . Allora Làbano entrò nella tenda di Giacobbe e poi nella tenda di Lia e nella tenda delle due schiave, ma non trovò nulla. Poi uscì dalla tenda di Lia ed entrò nella tenda di Rachele.  34 . Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nella sella del cammello, poi vi si era seduta sopra, così Làbano frugò in tutta la tenda, ma non li trovò.  35 . Essa parlò al padre: «Non si offenda il mio signore se io non posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle donne». Làbano cercò dunque il tutta la tenda e non trovò gli idoli.

 36 . Giacobbe allora si adirò e apostrofò Làbano, al quale disse: «Qual è il mio delitto, qual è il mio peccato, perché ti sia messo a inseguirmi?  37 . Ora che hai frugato tra tutti i miei oggetti, che hai trovato di tutte le robe di casa tua? Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti e siano essi giudici tra noi due.  38 . Vent'anni ho passato con te: le tue pecore e le tue capre non hanno abortito e i montoni del tuo gregge non ho mai mangiato.  39 . Nessuna bestia sbranata ti ho portato: io ne compensavo il danno e tu reclamavi da me ciò che veniva rubato di giorno e ciò che veniva rubato di notte.  40 . Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo e il sonno fuggiva dai miei occhi.  41 . Vent'anni sono stato in casa tua: ho servito quattordici anni per le tue due figlie e sei anni per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio salario dieci volte.  42 . Se non fosse stato con me il Dio di mio padre, il Dio di Abramo e il Terrore di Isacco, tu ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio ha visto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la scorsa notte egli ha fatto da arbitro».

 
Accordo tra Giacobbe e Labano.

 

43 . Làbano allora rispose e disse a Giacobbe: «Queste figlie sono mie figlie e questi figli sono miei figli; questo bestiame è il mio bestiame e quanto tu vedi è mio. E che potrei fare oggi a queste mie figlie o ai figli che esse hanno messi al mondo?  44 . Ebbene, vieni, concludiamo un'alleanza io e te e ci sia un testimonio tra me e te».  45 . Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele.  46 . Poi disse ai suoi parenti: «Raccogliete pietre», e quelli presero pietre e ne fecero un mucchio. Poi mangiarono là su quel mucchio.  47 . Làbano lo chiamò Iegar-Saaduta[4], mentre Giacobbe lo chiamò Gal-Ed[5].  48 . Làbano disse: «Questo mucchio sia oggi un testimonio tra me e te»; per questo lo chiamò Gal-Ed  49 . e anche Mizpa, perché disse: «Il Signore starà di vedetta tra me e te, quando noi non ci vedremo più l'un l'altro.  50 . Se tu maltratterai le mie figlie e se prenderai altre mogli oltre le mie figlie, non un uomo sarà con noi, ma bada, Dio sarà testimonio tra me e te».  51 . Soggiunse Làbano a Giacobbe: «Ecco questo mucchio ed ecco questa stele, che io ho eretta tra me e te.  52 . Questo mucchio è testimonio e questa stele è testimonio che io giuro di non oltrepassare questo mucchio dalla tua parte e che tu giuri di non oltrepassare questo mucchio e questa stele dalla mia parte per fare il male.  53 . Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di noi». Giacobbe giurò per il Terrore di suo padre Isacco.  54 . Poi offrì un sacrificio sulle montagne e invitò i suoi parenti a prender cibo. Essi mangiarono e passarono la notte sulle montagne.

 

 

Capitolo XXXII

 

 1 . Alla mattina per tempo Làbano si alzò, baciò i figli e le figlie e li benedisse. Poi partì e ritornò a casa.

 2 . Mentre Giacobbe continuava il viaggio, gli si fecero incontro gli angeli di Dio[6].  3 . Giacobbe al vederli disse: «Questo è l'accampamento di Dio» e chiamò quel luogo Macanaim.

 

Giacobbe prepara l'incontro con Esaù.

 

 4 . Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù [7], nel paese di Seir, la campagna di Edom.  5 . Diede loro questo comando: «Direte al mio signore Esaù: Dice il tuo servo Giacobbe: Sono stato forestiero presso Làbano e vi sono restato fino ad ora.  6 . Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi, di schiavi e schiave. Ho mandato ad informarne il mio signore, per trovare grazia ai suoi occhi».  7 . I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: «Siamo stati da tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé quattrocento uomini».  8 . Giacobbe si spaventò molto [8] e si sentì angosciato; allora divise in due accampamenti la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i cammelli.  9 . Pensò infatti: «Se Esaù raggiunge un accampamento e lo batte, l'altro accampamento si salverà».  10 . Poi Giacobbe disse: «Dio del mio padre Abramo e Dio del mio padre Isacco, Signore, che mi hai detto: Ritorna al tuo paese, nella tua patria e io ti farò del bene,  11 . io sono indegno di tutta la benevolenza e di tutta la fedeltà che hai usato verso il tuo servo [9]. Con il mio bastone [10] soltanto avevo passato questo Giordano e ora sono divenuto tale da formare due accampamenti.  12 . Salvami dalla mano del mio fratello Esaù, perché io ho paura di lui: egli non arrivi e colpisca me e tutti, madre e bambini!  13 . Eppure tu hai detto: Ti farò del bene e renderò la tua discendenza come la sabbia del mare, tanto numerosa che non si può contare».  14 . Giacobbe rimase in quel luogo a passare la notte. Poi prese, di ciò che gli capitava tra mano, di che fare un dono al fratello Esaù:  15 . duecento capre e venti capri, duecento pecore e venti montoni,  16 . trenta cammelle allattanti con i loro piccoli, quaranta giovenche e dieci torelli, venti asine e dieci asinelli.  17 . Egli affidò ai suoi servi i singoli branchi separatamente e disse loro: «Passate davanti a me e lasciate un certo spazio tra un branco e l'altro».  18 . Diede questo ordine al primo: «Quando ti incontrerà Esaù, mio fratello, e ti domanderà: Di chi sei tu? Dove vai? Di chi sono questi animali che ti camminano davanti?,  19 . tu risponderai: Del tuo fratello Giacobbe: è un dono inviato al mio signore Esaù; ecco egli stesso ci segue».  20 . Lo stesso ordine diede anche al secondo e anche al terzo e a quanti seguivano i branchi: «Queste parole voi rivolgerete ad Esaù quando lo troverete;  21 . gli direte: Anche il tuo servo Giacobbe ci segue». Pensava infatti: «Lo placherò con il dono che mi precede e in seguito mi presenterò a lui; forse mi accoglierà con benevolenza».  22 . Così il dono passò prima di lui, mentr'egli trascorse quella notte nell'accampamento.

 

La lotta con Dio.

 

23 . Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado dello Iabbok.  24 . Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi.  25 . Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora[11].  26 . Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò[12], mentre continuava a lottare con lui.  27 . Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!».  28 . Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe».  29 . Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele[13], perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!».  30 . Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.  31 . Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel[14] «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia [15], eppure la mia vita è rimasta salva».  32 . Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca.  33 . Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.

 

Capitolo XXXIII

L'incontro con Esaù.

 

 1 . Poi Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù[16] che aveva con sé quattrocento uomini. Allora distribuì i figli tra Lia, Rachele e le due schiave;  2 . mise in testa le schiave con i loro figli, più indietro Lia con i suoi figli e più indietro Rachele e Giuseppe.  3 . Egli passò davanti a loro e si prostrò sette volte fino a terra, mentre andava avvicinandosi al fratello.  4 . Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero[17].  5 . Poi alzò gli occhi e vide le donne e i fanciulli e disse: «Chi sono questi con te?». Rispose: «Sono i figli di cui Dio ha favorito il tuo servo».  6 . Allora si fecero avanti le schiave con i loro figli e si prostrarono.  7 . Poi si fecero avanti anche Lia e i suoi figli e si prostrarono e infine si fecero avanti Rachele e Giuseppe e si prostrarono.  8 . Domandò ancora: «Che è tutta questa carovana che ho incontrata?». Rispose: «È per trovar grazia agli occhi del mio signore».  9 . Esaù disse: «Ne ho abbastanza del mio, fratello, resti per te quello che è tuo!».  10 . Ma Giacobbe disse: «No, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia mano il mio dono, perché appunto per questo io sono venuto alla tua presenza [18], come si viene alla presenza di Dio, e tu mi hai gradito.  11 . Accetta il mio dono augurale che ti è stato presentato, perché Dio mi ha favorito e sono provvisto di tutto!». Così egli insistette e quegli accettò.

 

Giacobbe si separa da Esaù.

 

 12 . Poi Esaù disse: «Leviamo l'accampamento e mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te».  13 . Gli rispose: «Il mio signore sa che i fanciulli sono delicati e che ho a mio carico i greggi e gli armenti che allattano: se si affaticano anche un giorno solo, tutte le bestie moriranno.  14 . Il mio signore passi prima del suo servo, mentre io mi sposterò a tutto mio agio, al passo di questo bestiame che mi precede e al passo dei fanciulli, finché arriverò presso il mio signore a Seir».  15 . Disse allora Esaù: «Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con me!». Rispose: «Ma perché? Possa io solo trovare grazia agli occhi del mio signore!».  16 . Così in quel giorno stesso Esaù ritornò sul suo cammino verso Seir.  17 . Giacobbe invece si trasportò a Succot[19], dove costruì una casa per sé e fece capanne per il gregge. Per questo chiamò quel luogo Succot.

 

Arrivo a Sichem.

 

18 . Giacobbe arrivò sano e salvo alla città di Sichem, che è nel paese di Canaan, quando tornò da Paddan-Aram e si accampò di fronte alla città.  19 . Poi acquistò dai figli di Camor [20], padre di Sichem, per cento pezzi d'argento, quella porzione di campagna dove aveva piantato la tenda[21].  20 . Ivi eresse un altare e lo chiamò «El, Dio d'Israele[22]».

 

 

Capitolo XXXIV

Violenza fatta a Dina[23].

 

1 . Dina, la figlia che Lia aveva partorita a Giacobbe, uscì a vedere le ragazze del paese[24].  2 . Ma la vide Sichem, figlio di Camor l'Eveo, principe di quel paese, e la rapì, si unì a lei e le fece violenza.  3 . Egli rimase legato a Dina, figlia di Giacobbe; amò la fanciulla e le rivolse parole di conforto.  4 . Poi disse a Camor suo padre: «Prendimi in moglie questa ragazza».  5 . Intanto Giacobbe aveva saputo che quegli aveva disonorato Dina, sua figlia, ma i suoi figli erano in campagna con il suo bestiame. Giacobbe tacque fino al loro arrivo.

 

Accordo matrimoniale con i Sichemiti.

 

 6 . Venne dunque Camor, padre di Sichem, da Giacobbe per parlare con lui.  7 . Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna, sentito l'accaduto, ne furono addolorati e s'indignarono molto, perché quelli aveva commesso un'infamia in Israele, unendosi alla figlia di Giacobbe: così non si doveva fare!

 8 . Camor disse loro: «Sichem[25], mio figlio, è innamorato della vostra figlia; dategliela in moglie!  9 . Anzi, alleatevi con noi: voi darete a noi le vostre figlie e vi prenderete per voi le nostre figlie.  10 . Abiterete con noi e il paese sarà a vostra disposizione; risiedetevi, percorretelo in lungo e in largo e acquistate proprietà in esso».  11 . Poi Sichem disse al padre e ai fratelli di lei: «Possa io trovare grazia agli occhi vostri[26]; vi darò quel che mi direte.  12 . Alzate pure molto a mio carico il prezzo nuziale e il valore del dono; vi darò quanto mi chiederete, ma datemi la giovane in moglie!».

 13 . Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo padre Camor e parlarono con astuzia, perché quegli aveva disonorato la loro sorella Dina.  14 . Dissero loro: «Non possiamo fare questo, dare cioè la nostra sorella ad un uomo non circonciso, perché ciò sarebbe un disonore per noi.  15 . Solo a questa condizione acconsentiremo alla vostra richiesta, se cioè voi diventerete come noi, circoncidendo ogni vostro maschio.  16 . Allora noi vi daremo le nostre figlie e ci prenderemo le vostre, abiteremo con voi e diventeremo un solo popolo.  17 . Ma se voi non ci ascoltate a proposito della nostra circoncisione, allora prenderemo la nostra figlia e ce ne andremo».

 18 . Le loro parole piacquero a Camor e a Sichem, figlio di Camor.  19 . Il giovane non indugiò ad eseguire la cosa, perché amava la figlia di Giacobbe; d'altra parte era il più onorato di tutto il casato di suo padre.  20 . Vennero dunque Camor e il figlio Sichem alla porta della loro città e parlarono agli uomini della città:  21 . «Questi uomini sono gente pacifica: abitino pure con noi nel paese e lo percorrano in lungo e in largo; esso è molto ampio per loro in ogni direzione. Noi potremo prendere per mogli le loro figlie e potremo dare a loro le nostre.  22 . Ma solo ad una condizione questi uomini acconsentiranno ad abitare con noi, a diventare un sol popolo: se cioè noi circoncidiamo ogni nostro maschio come loro stessi sono circoncisi.  23 . I loro armenti, la loro ricchezza e tutto il loro bestiame non saranno forse nostri? Accontentiamoli dunque e possano abitare con noi!».  24 . Allora quanti avevano accesso alla porta della sua città ascoltarono Camor e il figlio Sichem: tutti i maschi, quanti avevano accesso alla porta della città, si fecero circoncidere [27].

 

Vendetta di Simeone e di Levi.

 

 25 . Ma il terzo giorno, quand'essi erano sofferenti, i due figli di Giacobbe, Simeone e Levi[28], i fratelli di Dina, presero ciascuno una spada, entrarono nella città con sicurezza e uccisero tutti i maschi.  26 . Passarono così a fil di spada Camor e suo figlio Sichem, portarono via Dina dalla casa di Sichem e si allontanarono.  27 . I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella.  28 . Presero così i loro greggi e i loro armenti, i loro asini e quanto era nella città e nella campagna.  29 . Portarono via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini e le loro donne e saccheggiarono quanto era nelle case.  30 . Allora Giacobbe disse a Simeone e a Levi: «Voi mi avete messo in difficoltà [29], rendendomi odioso agli abitanti del paese, ai Cananei e ai Perizziti, mentre io ho pochi uomini; essi si raduneranno contro di me, mi vinceranno e io sarò annientato con la mia casa».  31 . Risposero: «Si tratta forse la nostra sorella come una prostituta?».

 

 

Capitolo XXXV

Giacobbe a Betel.

 

 1 . Dio disse a Giacobbe: «Alzati, và a Betel e abita là; costruisci in quel luogo un altare al Dio che ti è apparso quando fuggivi Esaù, tuo fratello».  2 . Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a quanti erano con lui: «Eliminate gli dei stranieri [30] che avete con voi, purificatevi e cambiate gli abiti[31].  3 . Poi alziamoci e andiamo a Betel [32], dove io costruirò un altare al Dio che mi ha esaudito al tempo della mia angoscia e che è stato con me nel cammino che ho percorso».  4 . Essi consegnarono a Giacobbe tutti gli dei stranieri che possedevano e i pendenti che avevano agli orecchi; Giacobbe li sotterrò sotto la quercia presso Sichem[33].

 5 . Poi levarono l'accampamento e un terrore molto forte assalì i popoli che stavano attorno a loro, così che non inseguirono i figli di Giacobbe.  6 . Giacobbe e tutta la gente ch'era con lui arrivarono a Luz, cioè Betel, che è nel paese di Canaan.  7 . Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo «El-Betel», perché là Dio gli si era rivelato, quando sfuggiva al fratello.  8 . Allora morì Dèbora, la nutrice di Rebecca, e fu sepolta al disotto di Betel, ai piedi della quercia, che perciò si chiamò Quercia del Pianto.

 9 . Dio apparve un'altra volta a Giacobbe, quando tornava da Paddan-Aram, e lo benedisse.  10 . Dio gli disse:

«Il tuo nome è Giacobbe.
Non ti chiamerai più Giacobbe,
ma Israele sarà il tuo nome».

Così lo si chiamò Israele.  11 . Dio gli disse:

«Io sono Dio onnipotente.
Sii fecondo e diventa numeroso,
popolo e assemblea di popoli
verranno da te,
re usciranno dai tuoi fianchi.
 12 . Il paese che ho concesso
ad Abramo e a Isacco
darò a te
e alla tua stirpe dopo di te
darò il paese».

 13 . Dio scomparve da lui, nel luogo dove gli aveva parlato[34].  14 . Allora Giacobbe eresse una stele, dove gli aveva parlato, una stele di pietra, e su di essa fece una libazione e versò olio.  15 . Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato.

 

Nascita di Beniamino e morte di Rachele.

 

 16 . Poi levarono l'accampamento da Betel. Mancava ancora un tratto di cammino per arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì ed ebbe un travaglio [35] difficile.  17 . Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: «Non temere: anche questo è un figlio!».  18 . Mentre esalava l'ultimo respiro, perché stava morendo[36], essa lo chiamò Ben-Oni, ma suo padre lo chiamò Beniamino [37].  19 . Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Efrata, cioè Betlemme.  20 . Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. Questa stele della tomba di Rachele esiste fino ad oggi.

 

Incesto di Ruben.

 

21 . Poi Israele levò l'accampamento e piantò la tenda al di là di Migdal-Eder.  22 . Mentre Israele abitava in quel paese, Ruben[38] andò a unirsi con Bila [39], concubina del padre, e Israele lo venne a sapere[40].

 

I dodici figli di Giacobbe.

 

I figli di Giacobbe furono dodici.  23 . I figli di Lia: il primogenito di Giacobbe, Ruben, poi Simeone, Levi, Giuda, Issacar e Zàbulon.  24 . I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino.  25 . I figli di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali.  26 . I figli di Zilpa, schiava di Lia: Gad e Aser. Questi sono i figli di Giacobbe che gli nacquero in Paddan-Aram.

 

Morte di Isacco.

 

 27 . Poi Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a Kiriat-Arba, cioè Ebron, dove Abramo e Isacco avevano soggiornato come forestieri.  28 . Isacco raggiunse l'età di centottat'anni.  29 . Poi Isacco spirò, morì e si riunì al suo parentado, vecchio e sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe.

 

Capitolo XXXVI

Mogli e figli di Esaù in Canaan.

 

 1 . Questa è la discendenza di Esaù[41], cioè Edom.  2 . Esaù prese le mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon, l'Hittita; Oolibama, figlia di Ana, figlio di Zibeon, l'Hurrita;  3 . Basemat, figlia di Ismaele, sorella di Nebaiòt.  4 . Ada partorì ad Esaù Elifaz, Basemat partorì Reuel,  5 . Oolibama partorì Ieus, Iaalam e Core. Questi sono i figli di Esaù, che gli nacquero nel paese di Canaan.

 

Migrazione di Esaù.

 

6 . Poi Esaù prese le mogli e i figli e le figlie e tutte le persone della sua casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistati nel paese di Canaan e andò nel paese di Seir, lontano dal fratello Giacobbe.  7 . Infatti i loro possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero abitare insieme e il territorio, dove essi soggiornavano, non poteva sostenerli per causa del loro bestiame.  8 . Così Esaù si stabilì sulle montagne di Seir. Ora Esaù è Edom.

 

Discendenza di Esaù in Seir.

 

9 . Questa è la discendenza di Esaù, padre degli Idumei, nelle montagne di Seir.  10 . Questi sono i nomi dei figli di Esaù: Elifaz, figlio di Ada, moglie di Esaù; Reuel, figlio di Basemat, moglie di Esaù.  11 . I figli di Elifaz furono: Teman, Omar, Zefo, Gatam, Kenaz.  12 . Elifaz, figlio di Esaù, aveva per concubina Timna, la quale ad Elifaz partorì Amalek. Questi sono i figli di Ada, moglie di Esaù.  13 . Questi sono i figli di Reuel: Naat e Zerach, Samma e Mizza. Questi furono i figli di Basemat, moglie di Esaù.  14 . Questi furono i figli di Oolibama, moglie di Esaù, figlia di Ana, figlio di Zibeon; essa partorì a Esaù Ieus, Iaalam e Core.

 

I capi di Edom.

 

 15 . Questi sono i capi dei figli di Esaù: i figli di Elifaz primogenito di Esaù: il capo di Teman, il capo di Omar, il capo di Zefo, il capo di Kenaz,  16 . il capo di Core, il capo di Gatam, il capo di Amalek. Questi sono i capi di Elifaz nel paese di Edom: questi sono i figli di Ada.

 17 . Questi i figli di Reuel, figlio di Esaù: il capo di Naat, il capo di Zerach, il capo di Samma, il capo di Mizza. Questi sono i capi di Reuel nel paese di Edom; questi sono i figli di Basemat, moglie di Esaù.

 18 . Questi sono i figli di Oolibama, moglie di Esaù: il capo di Ieus, il capo di Iaalam, il capo di Core. Questi sono i capi di Oolibama, figlia di Ana, moglie di Esaù.

 19 . Questi sono i figli di Esaù e questi i loro capi. Egli è Edom.

 

Discendenza di Seir l'Hurrita.

 

 20 . Questi sono i figli di Seir l'Hurrita, che abitano il paese: Lotan, Sobal, Zibeon, Ana,  21 . Dison, Eser e Disan. Questi sono i capi degli Hurriti, figli di Seir, nel paese di Edom.  22 . I figli di Lotan furono Ori e Emam e la sorella di Lotan era Timna.  23 . I figli di Sobal sono Alvan, Manacat, Ebal, Sefo e Onam.  24 . I figli di Zibeon sono Aia e Ana; questo è l'Ana che trovò le sorgenti calde nel deserto, mentre pascolava gli asini del padre Zibeon.  25 . I figli di Ana sono Dison e Oolibama, figlia di Ana.  26 . I figli di Dison sono Emdam, Esban, Itran e Cheran.  27 . I figli di Eser sono Bilan, Zaavan e Akan.  28 . I figli di Disan sono Uz e Aran.  29 . Questi sono i capi degli Hurriti: il capo di Lotan, il capo di Sobal, il capo di Zibeon, il capo di Ana,  30 . il capo di Dison, il capo di Eser, il capo di Disan. Questi sono i capi degli Hurriti, secondo le loro tribù nel paese di Seir.

 

I re di Edom.

 

 31 . Questi sono i re che regnarono nel paese di Edom, prima che regnasse un re degli Israeliti.  32 . Regnò dunque in Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si chiama Dinaba.  33 . Poi morì Bela e regnò al suo posto Iobab, figlio di Zerach, da Bosra.  34 . Poi morì Iobab e regnò al suo posto Usam, del territorio dei Temaniti.  35 . Poi morì Usam e regnò al suo posto Adad, figlio di Bedad, colui che vinse i Madianiti nelle steppe di Moab; la sua città si chiama Avit.  36 . Poi morì Adad e regnò al suo posto Samla da Masreka.  37 . Poi morì Samla e regnò al suo posto Saul da Recobot-Naar.  38 . Poi morì Saul e regnò al suo posto Baal-Canan, figlio di Acbor.  39 . Poi morì Baal-Canan, figlio di Acbor, e regnò al suo posto Adar: la sua città si chiama Pau e la moglie si chiamava Meetabel, figlia di Matred, da Me-Zaab.

 

Ancora i capi di Edom.

 

 40 . Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le loro famiglie, le loro località, con i loro nomi: il capo di Timna, il capo di Alva, il capo di Ietet,  41 . il capo di Oolibama, il capo di Ela, il capo di Pinon,  42 . il capo di Kenan, il capo di Teman, il capo di Mibsar,  43 . il capo di Magdiel, il capo di Iram. Questi sono i capi di Edom secondo le loro sedi nel territorio di loro proprietà. E' appunto questo Esaù il padre degli Idumei.

 



[1] Il furto di Rachele degli idoli di suo padre indica la sua incapacità di seguire una via autonoma, evidentemente non ancora matura: ha ancora bisogno di ricorrere a qualcosa di esterno.

[2] Il viaggio di sette giorni indica una settuplice purificazione, propiziatrice alla riconciliazione. È l’Opera al Bianco alchemica, che consente la formazione della pietra filosofale.

[3] La legge divina tiene conto comunque dell’operare di ciascuno, per questo Làbano deve rintracciare i suoi idoli.

[4] “Iegar-Saaduta” significa “mucchio di testimoni”.

[5] “Gal-Ed” significa “rendere grazie”. Grazie alle disavventure vissute con Làbano, Giacobbe giunge all’espiazione verso la legge cosmica. È il lavoro della Legge, costante e sicuro nei suoi effetti, ma è l’uomo che deve farne l’esperienza.

[6] I capitoli XXXII e XXXIII sono i più belli del racconto della vita di Giacobbe, raccontando del suo incontro e integrazione finale con la propria natura inferiore, personificata da Esaù. L’incontro con l’angelo ne è la premessa, raffigurando il risveglio delle sue facoltà spirituali.

[7] La sua prima azione dopo l’incontro con l’angelo è infatti quella di andare alla ricerca di Esaù. Non è possibile l’opera di rigenerazione senza prima avere redento la parte inferiore di sé.

[8] La natura inferiore era ancora molto forte e temibile. Dentro di sé era ancora attivo il campo di battaglia, la lotta fra l’Io Superiore e la personalità.

[9] Temendo l’incontro, prega di poterlo evitare. Ma il suo progresso spirituale deve essere compiuto.

[10] Il bastone rappresenta il potere del serpente.

[11] Inizia la lotta per la trasmutazione interiore.

[12] La slogatura del femore vuole descrivere un riallineamento della coscienza di Giacobbe. Giacobbe deve dare un nuovo impulso alla civiltà, anticipando modificazioni anche fisiche. In futuro, il primo organo a modificarsi sarà il fegato, sede del corpo del desiderio, che purificato somiglierà ad un fiore.

[13] Analizziamo le sillabe della parola “Israele”: “is” e “ra” hanno potere femminile e maschile; “el” significa “vita”: “Israele” perciò vuole dire “un nuovo potere e una nuova vita per mezzo dell’unione dei principi maschile e femminile”. Questo nome è di origine Egizia, “is” essendo derivato da “Iside”, dela della Luna, e “ra” da “Ra”, dio del Sole; il significato è sempre l’unione fra i due principi maschile e femminile.

[14] “Penuel” vuol dire “il volto di Dio”.

[15] Vedere Dio faccia a faccia è l’esperienza esaltante che aveva vissuto Giacobbe, nell’incontro con la parte più elevata di sé.

[16] Nel corso di tutte le nostre esistenze passate, abbiamo sviluppato una serie di “debiti” “crediti”, che vengono descritti come due diverse entità: il Guardiano della Soglia, qui rappresentato da Esaù, come somma del male fatto, e l’Angelo Custode come rappresentante del bene.

[17] Solo dopo l’incontro con l’angelo Giacobbe fu in grado di incontrare Esaù, e la vista del male trasmutato in bene risveglia in lui una grande commozione.

[18] Come risultato, non può che essere messo tutto al servizio. Giacobbe inizia a diventare, come tutti coloro che seguono questa strada, un Salvatore.

[19] Adesso Giacobbe può attraversare il Giordano, cioè la corrente spirituale, e dirigersi verso Est, la luce.

[20] Camor è il nome sanscrito di Mercurio, dio della conoscenza cosmica.

[21] La tenda rappresenta la mente di Giacobbe.

[22] L’altare “la vita divina di Israele”. Questi tre simboli rappresentano lo stato di illuminazione che Giacobbe aveva raggiunto.

[23] Dina è l’unica figlia di Giacobbe; la sua storia potrebbe essere considerata disgustosa, ma dobbiamo considerare che sempre ciò che la Bibbia ci presenta nasconde un significato più profondo. Anche nella storia della violenza fatta a Dina perciò dobbiamo cercare qualcosa di più di una semplice ammonizione di tipo morale.

[24] Useremo la chiave astrologica per cogliere questo significato: Dina è connessa al segno della Vergine (c), e rappresenta la purezza.

[25] Sichem è figlio di Camor, cioè figlio della saggezza (v/ nota 278).

[26] È una preghiera che Sichem rivolge all’Io Superiore, per essere degno di avvicinarsi al simbolo della purezza.

[27] La circoncisione rappresenta un rito di purificazione.

[28] Simone e Levi sono connessi al segno dei Gemelli (`). Qui Gemelli esprime la sua natura di doppiezza, della quale i Sichemiti furono vittime. Essi non erano in realtà ancora maturi per la rigenerazione, perciò rispondevano ancora alla legge della carne, che contempla la morte della vita.

[29] La rappresaglia rende male con male: è la Legge del taglione, che però non è in armonia con chi aspira alla rigenerazione, ma appartiene all’umanità caduta. Ma noi ricordiamo che da Levi discenderà la linea sacerdotale: la Bibbia ci mostra il peccato, ma anche che dal peccato nasce la redenzione.

[30] “Eliminate gli dei stranieri”, cioè i falsi credo.

[31] “Indossa l’abito dell’iniziato”.

[32] “Bet-el” significa “la casa di Dio”.

[33] È il simbolo del distacco della mente dalle precedenti brame e dalle cose personali per dedicarsi completamente alla vita dello spirito.

[34] Ormai Giacobbe non aveva più bisogno di un Dio esteriore, che “gli parlasse” da fuori: egli stesso era diventato l’altare, “casa di Dio”.

[35] Il travaglio dello spirito, il conseguimento dell’Iniziato. “La saggezza è dolore cristallizzato”.

[36] L’unione fra l’anima e lo spirito era ormai consumata; per questo Rachele morì a Betlemme: “la casa del pane” o “il luogo della vita eterna”. Betlemme è da sempre un centro di grande forza spirituale.

[37] Beniamino (a), l’ultimo e il più amato dei figli di Giacobbe, poté nascere solo dopo che Giacobbe fu chiamato Israele, cioè fu iniziato. L’ultima unione con Rachele rappresenta perciò il Matrimonio Mistico.

[38] Vediamo di comprendere cosa nasconde questo episodio, il quale da solo potrebbe apparire inutile o, peggio, spiacevole. Ruben rappresenta l’Acquario (h).

[39] Bila, la cameriera di Rachele, rappresenta due qualità che sempre accompagnano l’amore, che era rappresentato da Rachele: la modestia e l’umiltà. possiamo leggere in questo passaggio una anticipazione di ciò che sarà l’Era dell’Acquario, il cui ideale è rappresentato dai figli di Bila, Dan (Scorpione -  e, segno della rigenerazione), e Naftali (Capricorno - g, segno della mente cristica).

[40] Israele, l’Iniziato, conosce queste cose sacre.

[41]Mentre Giacobbe rappresenta l’estate, Esaù rappresenta l’inverno. Egli viveva ad Edom, che significa “rosso”, associato alla lotta per emergere dalla stagione invernale. Il passaggio di Giacobbe sul fiume Giordano andando incontro ad Esaù rappresenta l’incrocio equinoziale, quando l’inverno cede il passo alla primavera. I quattrocento uomini con i quali Esaù andava incontro a Giuseppe rappresentavano le energie delle quattro stagioni.