Riguardo i trapianti di cuore


Gli occultisti raccomandano che durante i tre giorni e mezzo dopo la morte, il corpo del defunto venga mantenuto in un luogo silenzioso e armonioso, evitando lamenti e rumori, in modo che l'Ego possa eseguire la retrospezione di tutta la vita con tranquillità. Dopo questo periodo è raccomandabile che il corpo venga cremato.

Se lamenti e rumori devono essere evitati, che cosa dire della pratica oggi crescente, dovuta all'avanzamento della tecnica medica, dell'espianto di organi per la donazione? I medici affermano che per avere successo nel trapianto il cuore deve essere ancora battente normalmente, cosa che per gli occultisti indica che quell'essere, il possibile donatore, è ancora vivo. Per potersi praticare la donazione, i medici hanno stabilito la cosiddetta morte cerebrale, che avviene quando il cervello, privato del sangue che ne ossigena le cellule, cessa di funzionare e quindi, dopo ore, il cuore si paralizza. La pratica dell'espianto di organi vitali da pazienti considerati come morti per morte cerebrale fu sottoposta a interrogazione da parte di alcuni medici specialisti cattolici, in un incontro patrocinato dal Vaticano nel febbraio del 2005. Alcuni, critici del procedimento, avvisarono che la completa cessazione di attività cerebrale può non indicare la morte reale della persona, cosa che è in accordo con gli Insegnamenti Rosacrociani. Oltre a ciò, pazienti in stato di morte cerebrale possono ancora sentire dolore quando organi vengono rimossi per la donazione. Nel maggio del 2000, la Rivista di Anestesia del Royal College of Anaesthetics raccomandò in un suo editoriale di praticare l'anestesia generale nei donatori d'organi affinché non provino dolore, a causa della arbitrarietà dei criteri di dichiarazione di morte cerebrale.

Crediamo che l'atomo-seme originale del ricevente di un cuore trapiantato permanga con la controparte eterica del cuore originale del ricevente, che continua a far parte del suo corpo vitale. Crediamo anche che, una volta che il cuore è stato trapiantato, gli esseri angelici che hanno in carico il mantenimento della vita collochino l'atomo-seme del ricevente nell'apice del cuore trapiantato. Prima che il cuore del donatore venga inserito nel petto del ricevente, si riempie del sangue del ricevente, sangue che è il campo d'azione del suo Ego, cosa importante per il successo del trapianto.

In generale, la cosiddetta morte cerebrale è il risultato di un incidente che priva quell'essere della vita prima dell'arrivo della morte naturale. Nella morte naturale, l'archetipo cessa di vibrare, ma nella morte provocata esso vibra ancora, come avviene nel caso dei suicidi e delle persone che vengono uccise. Nel caso della morte provocata i veicoli superiori continuano ad esistere, ma non vi è il corpo denso per effettuare le attività nel Mondo Fisico e l'archetipo creatore del corpo, nella Regione del Pensiero Concreto, persiste come un modello vuoto.

I seguaci della Filosofia Rosacroce, basandosi nei suoi Insegnamenti, non approvano i trapianti nei quali il cuore deve essere ancora pulsante nel momento dell'espianto, per le ragioni che seguono.

Dal punto di vista del donatore, come abbiamo visto, la necessità di estrarre il cuore ancora pulsante identifica una morte provocata, sebbene si affermi che essa è inevitabile a seguito della morte cerebrale. Il fatto è che il defunto da poco, ha bisogno di tranquillità per concentrarsi nel panorama della vita precedente e ancora risente quando il suo corpo viene disturbato, il cordone argenteo non essendosi ancora strappato nella congiunzione dei due sei, dove si trova l'atomo-seme del corpo vitale. Il procedimento chirurgico necessario per l'espianto del cuore allontana violentemente l'Ego dalla sua concentrazione nel panorama, vedendosi impedito dal beneficiare interamente di questa esperienza, che serve per conservare le esperienze della vita trascorsa.

Dal punto di vista del ricevente, l'uso di un organo trapiantato non lo aiuta a costruire un archetipo di un organo migliore da usare nella prossima vita. La capacità di fare questo deriverebbe dal progresso spirituale che sarebbe capace di sviluppare nella vita attuale. Se egli non corregge la causa spirituale della debolezza dell'organo che viene sostituito, ci si deve attendere che problemi analoghi o peggiori sorgano nella vita successiva. È fatto noto che avviene un mutamento nella personalità nel ricevente dopo il trapianto. Crediamo che questo possa essere spiegato con il fatto che l'archetipo di quell'altra vita continui a vibrare fino al momento in cui sarebbe avvenuta la sua morte naturale. Queste vibrazioni devono forse arrivare fino al ricevente, influenzandone la personalità.

D'altra parte, il fattore motivante di amore e di servizio che porta un donatore ad esserlo volontariamente mentre è ancora in vita, apporterà certamente crescita animica in questo essere, che potrà ottenere la sua compensazione nella Banca Universale costituita in Cielo. La forma consueta di queste compensazioni, secondo quanto ci dice la Cosmogonia, è che questi Ego che trovano difficoltà o impossibilità di concentrarsi nel panorama della propria vita passata, nel rinascere nella vita successiva arriveranno a morire ancora in tenera età. In questo modo, potranno salire immediatamente nel Primo Cielo dove saranno istruiti da esseri amici più avanzati, che compenseranno il mancato assorbimento di esperienza della vita precedente causato dalla perdita parziale o totale del panorama.

 

(A cura del Centro Rosacrociano di Rio de Janeiro)