La Morte


Dobbiamo prendere il via da quell’appuntamento che tutti ci attende, e che molti paventano, cioè dalla morte. Dal punto di vista esoterico, la morte come viene ordinariamente intesa non esiste. Essa è piuttosto un passaggio, un trapasso, della nostra coscienza da un piano ad un altro. In altri termini, la morte in un piano è contemporaneamente anche una nascita in un piano diverso (e viceversa).

La morte per noi, pertanto, avviene quando i veicoli più sottili lasciano il corpo fisico. Il vitale è unito al fisico dalcordone argenteo, che parte dal cuore dove, durante l’esistenza fisica, ha sede l’atomo-seme del corpo fisico stesso. Questo atomo fu quello che, dopo la fecondazione, diede il via alla moltiplicazione della catena genetica, rimanendo infine nel cuore.

In questo atomo-seme sono impresse tutte le esperienze registrate della vita. Il vitale, infatti, è il deposito della memoria inconsapevole, quella cioè che registra tutto quanto avviene nel corso della vita (anche quello che è sfuggito alla nostra attenzione, o che abbiamo rimosso). La memoria inconsapevole non dipende dall’efficienza dei sensi; non dipende nemmeno dai sensi stessi. Essa si produce attraverso la respirazione: le energie eteree presenti nell’atmosfera che ci circonda, sono impregnate delle immagini, suoni, colori, odori, sensazioni, ecc., che stanno dentro e fuori di noi in ogni istante. Ogni volta che inspiriamo ed inaliamo l’aria, essa porta con sé tutte queste informazioni che, attraverso la piccola circolazione sanguigna, passano dai polmoni al cuore, ed ivi si imprimono nell’atomo-seme del corpo fisico.

Il distacco dell’atomo-seme dal cuore causa l’arresto cardiaco. I veicoli più sottili lasciano così, con un movimento a spirale, il corpo fisico.

 

Che cosa avviene in questo momento così particolarmente importante? Testimonianze sono state riferite da parte di chi è stato in procinto di annegare, o è caduto, salvandosi, da una grande altezza: molti di questi affermano di aver veduto, come in un film, i passaggi salienti della loro vita scorrere davanti agli occhi in un attimo. Ciò conforta quanto dicono gli insegnamenti esoterici basati sull’indagine chiaroveggente.

È come se nel corso dell’esistenza una specie di bobina si avvolgesse al nostro interno, registrandone tutti gli avvenimenti. Alla morte, quando cioè il vitale si ritrae, questa bobina si svolge velocemente seguendo l’allontanarsi dei veicoli superiori ai quali rimane legata, e noi vediamo a ritroso le scene della vita trascorsa davanti alla nostra coscienza. Questo dura per un periodo massimo di 84 ore, ed è di grande importanza, come vedremo, restare concentrati su questo panorama. Solo se la nostra coscienza osserva attentamente queste immagini, infatti, esse possono trasmettersi al corpo emozionale, e fare da insegnamento per lo spirito. È importantissimo, perciò, non disturbare la persona appena trapassata durante i primi tre giorni e mezzo dopo l’arresto del battito cardiaco.

È umano e comprensibile il dolore di chi ha perduto una persona cara, e sembra troppo duro chiedergli, in quei momenti, qualcosa che può assomigliare ad un ulteriore sacrificio, cioè non esprimere in forma drammatica questo suo dolore. Tuttavia, può essere vissuta come un sollievo la consapevolezza che può fare ancora qualcosa per la persona amata, in contrapposizione con il dolore gravato da un pesante senso di impotenza di chi non ha queste conoscenze. Il sollievo maggiore, tuttavia, lo prova chi, grazie ad esse, riesce ad avere quella visione della vita che non la limita al suo apparire puramente esteriore, ma che sa ampliarla fino a comprendere la continuità di un’esistenza e di un rapporto solo provvisoriamente sospesi, come preparazione e presagio di un passo in avanti nell’evoluzione e nella luce. Il dolore e la sua espressione, ne risulteranno allora addolciti, lasciando libero il trapassato di non volgersi più di tanto indietro, e di guardare al nuovo destino che ora lo aspetta.